Museo Pianeta Azzurro di Villa Alba

febbraio 12, 2018 Alessandra Stabili 0 Comments

Per il Museo Pianeta Azzurro di Fregene lasciamo che, in prima istanza, siano i numeri e la storia a parlare.



Il 1989 è l’anno di fondazione: in quell’anno la scultrice Alba Gonzales e suo marito Giuseppe Pietrantonio, dottore commercialista ma soprattutto bravissimo tenore, aprono la loro villa sul Lungomare di Ponente di Fregene, avendola in parte trasformata in Museo di Scultura Contemporanea con opere sparse all’interno della costruzione e nell’ampio giardino. L’apertura viene consacrata da due eventi, un premio ed una mostra, entrambi di respiro internazionale. La cadenza di questi eventi concomitanti, inizialmente annuale (dalla I edizione del 1989 alla XII del 2000), è divenuta biennale nel 2002 e nel 2004 (XIII e XIV edizione), infine è stata ripresa in forma annuale a partire dal 2016. Il lungo intervallo, determinato da dolorose circostanze, sembrava aver interrotto il flusso di energia positiva che dal luogo si sprigiona, ma l’amore per l’arte ha spinto Alba Gonzales a riaprire il Museo, in ciò stimolata non solo dalla sua creatività in continuo fermento ma anche dal successo riscosso dalle sue sculture in campo internazionale, attraverso numerose mostre in varie parti d’Europa e negli USA. Nel 2016 riapriva pertanto il Museo con una mostra antologica di Alba (con testo di Silvana Lazzarino) aggiungendo alcune delle opere realizzate nel corso del decennio di chiusura.

Il premio “Pianeta Azzurro” viene conferito ad una rosa di personalità (il numero è variato negli anni da 5 a 15), attive nei vari campi della cultura (cinema, teatro, critica d’arte, giornalismo, poesia, pittura, scultura, danza… ed anche economia e medicina). La mostra di scultura contemporanea è stata coordinata, per ciascuna delle 15 edizioni pregresse, da un critico d’arte unitamente ad Alba Gonzales. Ma è bene sottolineare che solo nella XV edizione del 2016 Alba ha allestito una propria antologica, spinta dall’esigenza di “ripresentarsi” al pubblico di Fregene, ma già nella presente edizione ha ripreso lo stimolante dialogo con i suoi colleghi scultori. E tale atteggiamento, che sottolinea la generosità e la natura aperta e disposta al confronto tipiche di Alba, va positivamente sottolineato, in un’epoca di edonistico isolamento e di protagonismo.

Del resto, la generosità di Alba ha indotto negli anni tanti artisti, anche internazionali (dal Belgio, Romania, Lituania, Iran, Siria), a far dono di una loro opera al Museo che, proprio per tale ricco patrimonio, costituisce oggi un punto di riferimento per l’arte contemporanea.

46 sono gli scultori e 5 i pittori che hanno donato una loro opera, anche se purtroppo ben 8 di questi lavori sono stati nel tempo trafugati. Qualche nome? Amerigo Tot, Angelo Canevari, Fausto Melotti, Simon Benetton, Tito, Ugo Attardi, Vittorio Da Colbertaldo, Corrado Cagli…

Ma adesso lasciamo i numeri e la storia e diamo spazio alla creatività.

Siamo dunque alla XVI edizione, nella quale Alba Gonzales accoglie un gruppo di amici scultori, quasi tutti provenienti dall’area delle Venezie, in un dialogo che è prima di tutto dialettica di visioni, di tecniche e di percorsi, con tutto vantaggio non solo reciproco ma anche e soprattutto del visitatore che ha modo così di riflettere, e magari anche di godere, a fronte degli ultimi approdi dell’arte figurativa contemporanea.

Questi “friends” hanno indubbiamente un elemento di affinità con l’operato di Alba Gonzales, anche loro hanno abbracciato il filone figurativo, anche se ovviamente si parla di una figurazione assolutamente contemporanea, che tiene conto degli esiti dell’astrazione e, pertanto, non è mai legata né al naturalismo né al realismo in senso stretto. Per tutti questi artisti la figura è un valore perché in grado di provocare emozioni, grazie all’inevitabile rispecchiamento che si produce nell’animo di chi guarda. Accanto ad Alba Gonzales sono Sergio Capellini, Giorgio Conta, Livio Conta, Sabrina Ferrari, Leonardo Lucchi e David Raddi, sostanzialmente due generazioni a confronto.

L’emozione si fa materia in queste fascinose sculture esposte al Pianeta Azzurro, sculture che, a loro volta, suscitano le più diverse riflessioni negli osservatori, coinvolti anche dall’armonia e dalla piacevolezza del bellissimo spazio, con il vento che trasporta profumi di pini e di mare.

Fonte: Alba Gonzales
pagina ufficiale: Pianeta Azzurro

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